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Sin dall'Unità d'Italia, circa ottomila comuni ordinano la popolazione italiana entro un mosaico cangiante e irregolare. Il volume ne studia le relazioni di tempo e di luogo, ricostruendo l'evoluzione e la distribuzione spaziale della popolazione italiana dal 1861 al 1991. Ne emerge un secolare percorso di migrazioni interne ed esterne, urbanizzazioni e spopolamenti, che hanno condotto il Paese da un'antica distribuzione spaziale all'assetto odierno. Questa ristrutturazione si caratterizza come un lento avvicinamento, una progressiva aggregazione geografica della popolazione, non solo nelle grandi città ma anche nei centri urbani vecchi e nuovi. L'analisi quantitativa di questi andamenti permette anche di rintracciarvi l'influenza delle grandi trasformazioni economiche e sociali del Novecento. Il volume permette così di ripercorrere la storia del Paese da una prospettiva inusuale, gettando nuova luce su alcuni temi fondamentali, dall'industrializzazione al miracolo economico, passando per le grandi migrazioni ed il fascismo. Il volume approfondisce infine, come caso di studio, la costruzione della rete ferroviaria nazionale e propone alcuni primi risultati empirici sui suoi effetti locali e nazionali. Prefazione di Amedeo Lepore. Premessa di Premessa di Brian A'Hearn.